Ogni porzione della soluzione, essendo omogenea, deve avere lo stesso numero di particelle di soluto e di solvente. Esempio: in 10 metri cubi di acqua, ogni metro cubo ha la stessa composizione ed ogni singola particella di soluto è circondata da particelle di solvente.
Una soluzione si definisce vera o falsa:
Esempio: prendiamo un solvente ed aggiungiamo del soluto, ponendo che i due composti siano solubili tra loro e mantenendo una temperatura costante, otterremo una soluzione insatura fintanto che il solvente sarà in grado di solubilizzare il soluto. Appena si raggiungerà il limite di solubilità, il soluto si separerà dalla soluzione. Otterremo un solido che precipita o una separazione di fase tra due liquidi o un gorgogliamento, che indicherà il fatto di aver ottenuto una soluzione satura. Variando la temperatura di una soluzione satura, è possibile ottenere una precipitazione datosi il cambiamento del valore della solubilità. Questo processo può essere sfruttato per fare dei cristalli.
Esistono delle condizioni particolari in cui si può ottenere una soluzione soprassatura ma, dopo un piccolo stimolo meccanico o dopo l’aggiunta di un piccolo cristallo di soluto, si otterrà una precipitazione istantanea dell’eccesso di soluto stesso. Un caso simile si ha usando una soluzione soprassatura di acetato di sodio che, sotto uno stimolo meccanico, tende a solidificare in pochissimo tempo, con un processo di tipo esotermico sfruttato negli scaldamani.